Il nuovo lessico del mio cuore

Indietro non si può mai tornare. Bisogna piantare bene i piedi per terra e mettere un passo davanti all’altro e andare avanti. Non importa quanto lentamente o con quanta fatica, bisogna andare avanti

Non posso che finire e iniziare da qui.

Da questo sito che, ha la password migliore tra tutte le mie password.

Da queste pagine che sono state a lungo il mio refugium peccatorum, che hanno raccolto le mie parole, sorrisi a volte amari, racconti di amiche, appuntamenti improbabili, gli incontri, gli scontri con Davide, la morte di Davide. Queste pagine che raccontano una Pedra che, difficilmente potrà essere la stessa.

Ricordo che alle scuole elementari, la maestra ci chiedeva di aprire il vocabolario ed imparare il significato di nuove parole e inserirle nel nostro lessico quotidiano.

Ecco questo è il lessico del mio cuore, il lessico che il 2020 ha impresso nella mia anima.

Precarietà: nessuna certezza. Tutto quello che ho (abbiamo) dato per scontato, abbiamo scoperto non esserlo. Tutto è cambiato in maniera repentina , la mia quotidianità, le azioni che erano ormai un automatismo…Puff…soffiato via .

Smarrimento: Cosa sarà? cosa farò? Voglio continuare ad essere qui? Cosa voglio fare veramente? Cos’è importante per me?

Interconnessione: mai come in questa pandemia, ho compreso quanto siamo interconnessi, quanto le azioni di ciascuno di noi impattino sull’altro. Quanto siamo responsabili di tutto ciò che accade intorno a noi.

Dolore: La morte di mia madre, mi ha gettato in un pozzo nero di dolore. Un pozzo che, ad un certo punto ho sentito mi stava risucchiando. Un dolore che mi ha riportato all’urgenza di amare. E questo è quello che so sul dolore: se il nostro cuore pietrificato, dolorante straziato, germoglia rancore, rabbia, bisogna fermarsi, perché non è questo che il dolore deve portare. Io ho imparato ad amare. Sono tornata bambina, ho aperto il mio cuore, ferito, dolorante, pietrificato. Ed ogni atto d’amore che ricevo e dono mi riporta alla vita, alla sua essenza sincera.

Gratitudine: Non ringrazierò questo 2020, non ne ho nessuna intenzione. Ringrazio dal profondo del cuore chi mi è stato accanto, con fatica, perché quando sei nel profondo del pozzo e annaspi soffocato dalle tue lacrime, non sei molto socievole, non ci sei…e quando ci sei, non sei tutto sto Carnevale di Rio. Grazie a chi è rimasto, che ha sopportato telefonate mute, intervallate da singhiozzi. Chi mi ha sorriso, quando dopo pochi minuti in cui mi presentavo ad un appuntamento, giravo sui tacchi per tornare a casa. Grazie a chi mi fatto “sentire”, mentre cercavo solo di anestetizzarmi. Grazie a chi è rimasto, a chi è arrivato e si è fermato: perché questo era il tempo di esserci: tutto quello che è stato non sarà mai raccontato, poteva solo essere vissuto.

Alla fine di tutto, ho compreso che ci salvano poche cose: il continuare a coltivare la risata, l’allegria. Il voler e il volersi bene. Su questo sto lavorando, non da sola, perché nessuno si salva da solo.

Amatevi, amate e lasciatevi amare.

Pedra